“Narciso vivrà fino a quando non conoscerà se stesso”
(Indovino Tiresia “Le Metamorfosi”- Ovidio)
Moltissimi termini che si riferiscono ad aspetti psicologici o a disturbi psichiatrici sono entrati a far parte della lingua comune e vengono utilizzati nella vita di tutti i giorni per qualificare persone o situazioni che sono, in realtà, lontane dalla sfera patologica.
Ad esempio, si è soliti utilizzare il termine narcisista per indicare una persona vanitosa, curata e dotata di una sana autostima. Questa parola ci riconduce al famoso mito, presente nel III libro de “Le metamorfosi” di Ovidio. Narciso è un giovane bellissimo, ma insensibile e presuntuoso, che rifiuta l’amore di qualunque uomo o donna. La sua insensibilità sarà, allora, punita dagli dei: egli si innamorerà della sua stessa immagine specchiandosi nell’acqua e si trafiggerà il petto con una spada dopo aver appreso l’impossibilità di coronare il suo sogno d’amore.
Nella nostra epoca, però, la cura del corpo, l’immagine di sé (espressa anche attraverso i social network), la necessità di competere con gli altri per emergere ed essere i numeri uno hanno una rilevanza fondamentale. Ed è proprio per questo motivo che potrebbe risultare difficile individuare il confine che separa il sano dal patologico, la sana autostima dal Disturbo narcisistico di personalità (presente tra i disturbi di personalità del gruppo B).
Un modo per individuare forme patologiche di narcisismo è focalizzarsi sulle relazioni interpersonali. Essi sono individui incapaci di amare, che si accostano agli altri trattandoli come oggetti da usare o abbandonare a seconda dei loro bisogni, incuranti dei loro sentimenti. I soggetti con disturbo narcisistico della personalità tendono ad interrompere la relazione quando l’altro incomincia a porre richieste relative ai suoi bisogni. Il partner ideale per questi soggetti è quasi sempre una persona con una scarsa autostima, che si lascia sedurre dall’immagine di sicurezza che il soggetto narcisista mostra, e molto spesso propensa alla dipendenza affettiva.
Nel corso della terapia, i pazienti narcisisti si lamentano della qualità delle loro relazioni amorose. Sono sempre alla ricerca di nuovi partner che soddisfino i loro bisogni di ammirazione e affermazione e si annoiano facilmente. Si sposano di solito intorno ai 30-40 anni e possono intraprendere una terapia di coppia a causa di inevitabili difficoltà coniugali. Per loro il processo di invecchiamento può essere molto più doloroso e difficile degli altri perché sono costretti ad abbandonare le loro fantasie di bellezza, di vigore e vitalità legate alla giovinezza. Per questo è comune che intraprendano relazioni extraconiugali con partner più giovani.
Il DSM-V (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi psichiatrici, 2014) inquadra il Disturbo narcisistico di personalità come “pattern pervasivo di grandiosità, necessita di ammirazione e mancanza di empatia, che inizia entro la prima età adulta ed è presente in svariati contesti […]” richiedendo, per la diagnosi, che siano soddisfatti almeno cinque dei seguenti sintomi:
1) Ha un senso grandioso di importanza (per es. esagera risultati e talenti, si aspetta di essere considerato/a superiore senza un’adeguata motivazione).
2) È assorbito/a da fantasie di successo, potere, fascino, bellezza illimitati, o di amore ideale.
3) Crede di essere “speciale” e unico/a e di poter essere capito/a solo da, o di dover frequentare, altre persone (o istituzioni) speciali o di classe sociale elevata.
4) Richiede eccessiva ammirazione.
5) Ha un senso di diritto (cioè l’irragionevole aspettativa di speciali trattamenti di favore o di soddisfazione immediata delle proprie aspettative).
6) Sfrutta i rapporti interpersonali (cioè approfitta delle altre persone per i propri scopi).
7) Manca di empatia: è incapace di riconoscere o di identificarsi con i sentimenti e le necessità degli altri.
8) È spesso invidioso/a degli altri, crede che gli altri lo/a invidino.
9) Mostra comportamenti o atteggiamenti arroganti e presuntosi.
Bastano almeno cinque di questi criteri per diagnosticarlo.
Ci sono in letteratura due tipi opposti di narcisismo. Kernberg ha delineato il profilo del classico narcisista avido che necessità dell’approvazione e del consenso altrui, definito “narcisista inconsapevole” da Gabbard. È il narcisista che ritroviamo nei criteri del DSM sopra citati.
Kohut, invece, ha descritto un altro tipo di narcisista, molto vulnerabile e tendente alla frammentazione del sé. Gabbard lo ha definito “narcisista ipervigile”. È un individuo più inibito che dirige l’attenzione più verso gli altri che verso di sé, evita di essere al centro dell’attenzione, si sente, però, facilmente ferito e umiliato. Troviamo la figura del narcisista ipervigile nel film “Un cuore in inverno” del 1992. Il protagonista Stéphane corteggia e conquista la violinista Camille, di cui il suo amico e collega Maxime era innamorato. Apparentemente egli prova una forte passione per lei, ma in realtà si tratta solamente di vanità, desiderio di conquista e competizione.
Bibliografia:
American Psychiatric Association (2014), “Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali” (DSM-V)
Gabbard, G.O. (2007), “Psichiatria psicodinamica”, quinta edizione.
Ovidio, “Le Metamorfosi”
http://www.psychiatryonline.it
http://www.psichiatrianapoli.it/
Ezia Quarto
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